Lame di luce nei reconditi angoli di bosco illuminano piccoli mondi, che silenziosi se ne stanno in disparte, lontano dal palcoscenico rumoroso di noi uomini.
Un silenzio quasi irreale, solo il torrente si permette di rumoreggiare con le sue limpide acque, sciabordando verso valle.
Muschio verde sembra cingere in un morbido abbraccio i massi e un tappeto di foglie ricopre il terreno, lì a terra vicino ad un vecchio abete un palco di cervo giace, come abbandonato nel bosco. È un ciclo che si perpetua, il palco cade e torna alla terra come tutto in questo mondo, ciò ti rincuora e ti fa capire che non importa nessuna ricchezza o saccenza.
Slanciati fusti nascondono mondi verticali, come minuscole autostrade trafficate da un saliscendi di piccoli insetti che si districano in una piccola giungla di verdi licheni abbarbicati sulle ruvide cortecce.
In una piccola radura, dove la luce penetra più irruenta, l’erba incomincia a verdeggiare ed attira i piccoli caprioli; occhi silvani t’osservano, è un giovincello con il palco ricoperto dal velluto; celata nell’ombra anche una femminuccia ti osserva.
Occhi profondi, forse un po’ ingenui, non conoscono niente del nostro mondo materiale fatto di luci accecanti, rumori assordanti e di arrogante opulenza. In disparte da tutto, loro conoscono solo il rumore del torrente e l’ombra del vecchio bosco.
Uno squillante vociferare irrompe d’improvviso, il picchio nero
rumoreggia allegro tra i pini silvestri mentre uno scoiattolo rovista nel sottobosco tra pigne e aghi, sul verde tappeto di muschio.
In un cantuccio segreto, una coltre violetta ammanta la vista, una fioritura di pervinca s’affaccia
alla giovane primavera, anche piccole eriche, poco più in là, colorano la scena.
Il bosco si stiracchia, risvegliato da poco dall’inverno ormai alle spalle.
In questo piccolo mondo riscopri il placido scorrere del tempo, che come un gigante pacione passa perpetuando cicli in moto da tempo immemore.
Avevi dimenticato il valore del tempo, e ti accorgi che è bello ritrovarlo osservando lo scorrere delle acque di un torrentello, lo zampettare indaffarato di un piccolo scricciolo
o il goffo ciondolare di una salamandra pezzata che se ne va’ senza fretta tra un erba trinità e l’altra.
D’un tratto questo piccolo angolo di bosco ti riempie gli occhi di ingenuità, in disparte da tutto, per un attimo non ricordi più il mondo materiale degli uomini e te ne resti celato, all’ombra del vecchio bosco che par ti sorrida.